lunedì 22 gennaio 2018

perché ridi? perché sono un grande artista?

E insomma i libri scolastici sembrano amarmi ben più di quanto io abbia mai fatto durante la mia carriera di studente. Certo sono pur sempre stato non dico proprio un secchione, ma una sorta di secchione borderline: uno studente curiosissimo un po' alienato nei suoi interessi e proiettato in un mondo tutto suo. Non per niente i professori mi riassumevano ai miei genitori con frasi tipo che dire non so come fa, non studia ma va benissimo, e i miei compagnelli delle medie mi avevano ribattezzato Scienziato perché avevo spesso la risposta alle loro curiosità. Considerate che all'epoca internet era solo nella mente di accademici e militari e i telefoni portatili solo nelle auto di diplomatici e uomini d'affari, era l'epoca del mi ha detto mio cugino che karaté kidd non sa fare karaté veramente e si vede. - no, no mio cugino è più figo del tuo lui fa fungu fù e dice che quella è una disciplina speciale e lui è fortissimo. Le leggende metropolitane senza possibilità di verifica o smentita erano gli argomenti clou dei nostri dibattiti quotidiani e al massimo si potevano interrogare persone di fiducia per dirimere una querelle.

Ecco una scenetta tipo, piuttosto esplicativa, successa credo in prima o seconda media:
- lo sai che se ti do un pugno qua, proprio sul cuore ti posso uccidere? eh?
- il cuoreee non sta qua! sta dall'altro lato.
- ma che dici, non capisci niente, il cuore è a sinistra, qua, ora ti uccido e ti faccio vedere.
- ma quando maaai il cuore è a destra!
- vuoi vedere? chiediamo allo scienziato!?
- eh, chiediamo!
- Scienzià! il cuore dove sta a sinistra o a destra?
- Veramente il cuore è al centro, qui, ha la punta rivolta verso sinistra nella maggioranza delle persone, anche se c'è una piccola percentuale che ha la disposizione degli organi invertiti e il cuore ha la punta verso destra.

Rinvangando questa cosa, direi che forse ero un bimbo un po' saccente, sì. Ad ogni modo questa scenetta introduce bene i nuovi lavori che ho realizzato per la Zanichelli. Dopo essere rimasti contenti dei miei servigi, mi hanno ricontattato e chiesto dei nuovi provini per delle vignette destinate ad una grammatica delle scuole superiori. Il lavoro era diverso dallo scorso anno, meno illustrato e più vignettistico: avrei avuto delle direttive precise su cosa disegnare e le battute già scritte, ma loro ritenevano che il mio stile potesse dare il giusto carattere e la giusta particolarità ad un risultato altrimenti un po' troppo canonico e piatto. Non penso di essere un bravo vignettista, né di essere particolarmente bravo nel far ridere, ma la persona che curava la grafica e gli impaginati e che aveva proposto il mio nome era invece molto convinta, nonostante i miei provini non avessero riscosso particolare successo ed erano stati definiti un po' troppo arditi.

Comunque visto che lei era così convinta, credo soprattutto per i risultati dello scorso lavoro, ho deciso di giocarmela come avevo fatto per l'antologia, in uno stile un po' tirato via che mi permettesse di sbarellare qua e là, divertirmi ed essere piuttosto veloce. Tenendo sempre ben presenti quelle che erano le linee guida: Mi piacerebbe una vignetta diversa fatta con il tuo stile in collage e con la delicatezza cromatica che è sempre presente nelle tue composizioni. I pochi interventi illustrativi li vedevo un po' diversi dalle altre grammatiche dove ci sono delle vignette classiche. La tecnica simile a quella che hai usato per la sezione della poesia, con l’utilizzo di cromie pulite e luminose. Bisogna giocare con i colori in contrasto rispetto alla grafica generale, evitando i toni su toni… ah e le vignette, rispetto alla prova, un po' più tranquille.

Questo lavoro mi è stato presentato come piuttosto leggero, in fondo si trattava di una 40ina di illustrazioni da realizzare in poco più di 2 mesi! Per me numeri sempre altissimi, anche se mi stupisco sempre di riuscire alla fine a restare nei tempi e portare a casa il risultato.