buona fine e buon principio.
domenica 31 dicembre 2017
giovedì 30 novembre 2017
con la testa tra le nuvole
Quale migliore location della Nuvola di Fuksas per presentare in anteprima un libro arcobaleno?
Quest’anno nuova sede per Più libri Più liberi la fiera della piccola e media editoria della capitale. In giro per la Nuvola troverete i miei libri e nelle giornate di venerdì e sabato anche me a fare disegnelli e dediche per il mio ultimo libro illustrato Un arcobaleno tutto mio che VerbaVolant porterà in fiera ancora fresco di stampa.
Più Libri Più Liberi dal 6 al 10 dicembre 2017
La Nuvola Eur / Roma
martedì 28 novembre 2017
Un arcobaleno tutto mio
Un arcobaleno tutto mio
Alessio Di Simone, Alessandro Di Sorbo (ed. Verbavolant, 2017)
Un pomeriggio di pioggia tra il mondo ordinario e l'incanto.
13,00 euro
lunedì 13 novembre 2017
voli pindarici
Questa la mia interpretazione del tema CIAO per il concorso tapirulan 2017
Ciao ciao
31x31 cm, china, acquerello, acrilico, collage digitale.
Un ciao in volo, da cogliere al volo, per prendere il volo o per capirsi al volo: un volo pindarico per un gesto universale.
Qui sul sito è possibile guardarsi la gallery di tutte le proposte. Oltre al premio della giuria, come al Festival di Sanremo, in questa edizione è previsto anche il premio della giuria popolare che sarà assegnato al più votato tra i 48 selezionati da esporre in mostra e da pubblicare sul catalogo. Quindi pronti ad aprire il televoto e dare il via alle telefonate! Ah no, si vota online, allora via alle cliccate... si può dire o suona male?
Ciao ciao
31x31 cm, china, acquerello, acrilico, collage digitale.
Un ciao in volo, da cogliere al volo, per prendere il volo o per capirsi al volo: un volo pindarico per un gesto universale.
Qui sul sito è possibile guardarsi la gallery di tutte le proposte. Oltre al premio della giuria, come al Festival di Sanremo, in questa edizione è previsto anche il premio della giuria popolare che sarà assegnato al più votato tra i 48 selezionati da esporre in mostra e da pubblicare sul catalogo. Quindi pronti ad aprire il televoto e dare il via alle telefonate! Ah no, si vota online, allora via alle cliccate... si può dire o suona male?
lunedì 30 ottobre 2017
e i castelli di sabbia finiscono sempre in fondo al mare
A fine aprile la biancaevolta ha lanciato una nuova collana di romanzi storici e mi ha affidato il compito di disegnarne le cover, qui trovate il prologo.
È in uscita in questi giorni Non conquistammo che sabbia di Domenico Aliperto, rocambolesco romanzo, inno e celebrazione di straordinari perdenti e improbabili imprese nel deserto libico. Quale immagine più adatta di un dromedario in un'abbacinante copertina gialla?
ps. devo dire che questa nuova collana sta venendo su proprio bene, sì sì, sono proprio contento.
È in uscita in questi giorni Non conquistammo che sabbia di Domenico Aliperto, rocambolesco romanzo, inno e celebrazione di straordinari perdenti e improbabili imprese nel deserto libico. Quale immagine più adatta di un dromedario in un'abbacinante copertina gialla?
ps. devo dire che questa nuova collana sta venendo su proprio bene, sì sì, sono proprio contento.
venerdì 27 ottobre 2017
color color... tutti!
Nutro una certa reverenza nei confronti del colore. Sono sempre stato convinto di non essere un grande colorista, per questo cerco di non lavorare mai con palette troppo ampie: ho paura di trovarmi in difficoltà nel gestire ed equilibrare troppe tinte e di scadere in risultati troppo infantili o dozzinali.
Ma in fondo sono anche uno a cui piace mettersi alla prova e imparare, così per il nuovo libro ho deciso di abbandonare ogni remora e lavorare con centinaia di nuances. Qualcosa del tipo potresti usare male un colore, allora confondili usando 50 sfumature di ogni tinta!
Questo nuovo progetto è nato quindi dalla semplice idea di giocare col colore unita a quella di tentare un nuovo formato. Il tutto è naturalmente approdato all'arcobaleno, terreno fertile per ogni sperimentazione coloristica. Insomma un albo illustrato concepito in maniera piuttosto pittorica, che vira verso l'astratto, dal sapore forse un po' retrò e ispirato alle sperimentazioni degli anni '60. Un albo in cui molte tavole sono veri e propri monocromi e la struttura è un libro a fisarmonica che si apre in un lungo arcobaleno di 2 metri e mezzo.
Ho cercato di dare dinamicità utilizzando i gradienti e lavorando sui contrasti di tono e calore. In fondo il libro contiene tante tavole monocrome oltre questa dal formato così peculiare, una roba che non è stato per niente facile gestire.
Il testo per un progetto così non poteva che scriverlo il mio fido compagno d'armi, penne e sperimentazioni Alessio Di Simone.
Ma in fondo sono anche uno a cui piace mettersi alla prova e imparare, così per il nuovo libro ho deciso di abbandonare ogni remora e lavorare con centinaia di nuances. Qualcosa del tipo potresti usare male un colore, allora confondili usando 50 sfumature di ogni tinta!
Questo nuovo progetto è nato quindi dalla semplice idea di giocare col colore unita a quella di tentare un nuovo formato. Il tutto è naturalmente approdato all'arcobaleno, terreno fertile per ogni sperimentazione coloristica. Insomma un albo illustrato concepito in maniera piuttosto pittorica, che vira verso l'astratto, dal sapore forse un po' retrò e ispirato alle sperimentazioni degli anni '60. Un albo in cui molte tavole sono veri e propri monocromi e la struttura è un libro a fisarmonica che si apre in un lungo arcobaleno di 2 metri e mezzo.
Ho cercato di dare dinamicità utilizzando i gradienti e lavorando sui contrasti di tono e calore. In fondo il libro contiene tante tavole monocrome oltre questa dal formato così peculiare, una roba che non è stato per niente facile gestire.
Il testo per un progetto così non poteva che scriverlo il mio fido compagno d'armi, penne e sperimentazioni Alessio Di Simone.
mercoledì 25 ottobre 2017
il giorno dell'arcobaleno
sono ancora un po' incredulo ma sembra ce l'abbiamo fatta, oggi va ufficialmente in stampa
Un arcobaleno tutto mio.
Un arcobaleno tutto mio.
domenica 22 ottobre 2017
mood indigo
Ancora una tavola in anteprima: tono su tono, anzi direi toni su toni, in blu.
La pioggia, il colore, una tavola verde, una indaco, eh sì, il filo conduttore che tiene insieme questo nuovo libro è l'arcobaleno.
La pioggia, il colore, una tavola verde, una indaco, eh sì, il filo conduttore che tiene insieme questo nuovo libro è l'arcobaleno.
giovedì 19 ottobre 2017
non c'è verde più verde del verde
Oltre a essere un libro pieno di pioggia, la mia nuova fatica è anche un libro pieno di colore. In fondo, se ti danno solo 10 giorni per finire un albo illustrato, non sembra assolutamente logico anche a voi scegliere la via suicida di realizzare ogni tavola utilizzando una caterva di velature e sfumature di colore?
Ecco in anteprima il monocromo verde, una delle mie tavole preferite tratte da questo nuovo lavoro.
Ecco in anteprima il monocromo verde, una delle mie tavole preferite tratte da questo nuovo lavoro.
martedì 17 ottobre 2017
da qualche parte alla fine dell'arcobaleno
Come si diceva durante gli anni della mia adolescenza, per darsi un tono fascinoso e maledetto, non può piovere per sempre. Dopo la pioggia, arriva il sereno e se si è davvero fortunati si può vedere spuntare da qualche parte un arcobaleno.
Nonostante la scadenza che l'autore ha definito quanto meno sfidante, oggi chiudiamo i file di stampa del nuovo libro.
Perciò si festeggia ukulele alla mano e moglie che danza la hula!
mercoledì 11 ottobre 2017
pioggia
eh no, i miei rapporti con le tipografie non migliorano nel tempo ma continuano a restare tesi. Il mio nuovo progetto libro, che si sta prendendo tutto il mio sonno di questi giorni, dopo aver incassato gli ormai canonici: nooo - non si può fare - oddiooo non so se sia possibile - ma quanto volete farlo costare? - riceve l'ok a procedere. Ma, credo per ripicca, la tipografia mi anticipa la scadenza di consegna di più di un mese per restare nei tempi. Insomma ansia da consegna e corsa folle per un nuovo libro pieno di pioggia.
venerdì 29 settembre 2017
tenere il ritmo della corsa
Sempre di corsa. Riprendo un po' di fiato dopo lo scatto al rientro dalle ferie e impacchetto e spedisco le tavole realizzate per i due prestigiosi concorsi (ormai vicini alla zona Cesarini): Bologna Children's Book Fair e Ilustrarte.
Prima di fermarmi e collassare sul divano ho però deciso di mantenere il ritmo e tentare un ultimo scatto, partecipando ad un'altra tappa nazionale fondamentale che promette ricchi premi e cotillon
Quest'anno tra i giurati anche la simpatica Anna Castagnoli curatrice del celeberrimo blog Le figure dei libri.
E insomma tentare la fortuna con questi tre terni al lotto mi sembra sufficiente, almeno per quest'anno.
Prima di fermarmi e collassare sul divano ho però deciso di mantenere il ritmo e tentare un ultimo scatto, partecipando ad un'altra tappa nazionale fondamentale che promette ricchi premi e cotillon
- concorso Tapirulan scadenza 25 ottobre
Quest'anno tra i giurati anche la simpatica Anna Castagnoli curatrice del celeberrimo blog Le figure dei libri.
E insomma tentare la fortuna con questi tre terni al lotto mi sembra sufficiente, almeno per quest'anno.
lunedì 18 settembre 2017
letture utili agli illustratori #3
Questa volta si ripassano i fondamentali. Come insegna lo sport per crescere bisogna sempre lavorare sui fondamentali.
La migliore storia dell’arte che ho letto e a buona ragione il compendio di storia dell’arte più famoso al mondo. Chiaro, ben inquadrato, scevro di inutili retoriche. Un lucido e appassionato cammino tra le arti visive. Se come me nutrite avversione per i panegirici di critici d’arte a volte un po’ troppo vanaglorosi, questa libro non potrà non appassionarvi.
Un libro che parte dagli studi della scuola della Gestalt e getta un nuovo sguardo sull’arte attraverso la psicologia della percezione. Ricchissimo nei contenuti, strutturato come un trattato scientifico, analizza nel dettaglio e con esempi pratici le singole componenti del processo visivo, approfondendo i problemi che si sono presentati agli artisti e le molteplici soluzioni proposte dall’arte più remota a quella dei nostri giorni. Da rileggere, studiare e sviscerare per comprendere al meglio come funziona l’atto del vedere e il giudizio visivo. Un testo illuminante per chiunque lavori con le immagini.
Un manuale di disegno concepito come un corso per corrispondenza, basato sui dettami della rigida scuola vittoriana: duro lavoro, costante esercizio, serio impegno. Metodo metodo metodo, provare provare provaaa-aaare. Scritto da un pittore e critico d’arte, più che insegnare a disegnare, questo libro cerca di insegnare a guardare. Pare fosse il manuale di disegno preferito da Monet, c’è bisogno di aggiungere altro?
La migliore storia dell’arte che ho letto e a buona ragione il compendio di storia dell’arte più famoso al mondo. Chiaro, ben inquadrato, scevro di inutili retoriche. Un lucido e appassionato cammino tra le arti visive. Se come me nutrite avversione per i panegirici di critici d’arte a volte un po’ troppo vanaglorosi, questa libro non potrà non appassionarvi.
La storia dell’arte, Ernst H. Gombrich, Phaidon
Un libro che parte dagli studi della scuola della Gestalt e getta un nuovo sguardo sull’arte attraverso la psicologia della percezione. Ricchissimo nei contenuti, strutturato come un trattato scientifico, analizza nel dettaglio e con esempi pratici le singole componenti del processo visivo, approfondendo i problemi che si sono presentati agli artisti e le molteplici soluzioni proposte dall’arte più remota a quella dei nostri giorni. Da rileggere, studiare e sviscerare per comprendere al meglio come funziona l’atto del vedere e il giudizio visivo. Un testo illuminante per chiunque lavori con le immagini.
Arte e percezione visiva, Rudolf Arnheim, Feltrinelli
Un manuale di disegno concepito come un corso per corrispondenza, basato sui dettami della rigida scuola vittoriana: duro lavoro, costante esercizio, serio impegno. Metodo metodo metodo, provare provare provaaa-aaare. Scritto da un pittore e critico d’arte, più che insegnare a disegnare, questo libro cerca di insegnare a guardare. Pare fosse il manuale di disegno preferito da Monet, c’è bisogno di aggiungere altro?
Gli elementi del disegno, John Ruskin, Adelphi
venerdì 8 settembre 2017
corsa all'oro
e così corsi, ricorsi e concorsi.
rientro dalle vacanze impervio, tocca rimboccarsi le maniche sono in scadenza due dei più prestigiosi concorsi d'illustrazione sulla piazza mondiale
- Ilustrarte 15 ottobre
- Bologna Children's Book Fair 4 ottobre
e così se non si corre non si vince.
martedì 1 agosto 2017
riletture estive
Periodo di pause, riflessioni, ripensamenti, aspirate rivoluzioni, false partenze, fallimenti, vere partenze, letture, studi, relax estivi.
mercoledì 21 giugno 2017
certe cose si fanno per amore
Per amore di mia moglie mi sono ritrovato a confrontarmi con il POP in diverse sue sfaccettature. POP come POP ART, POP come cultura POPolare, POP come Premio Opera Prima promosso da Università degli Studi di Milano, Associazione Italiana Editori e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
Ho realizzato un paio di illustrazioni per questo premio letterario dedicato agli scrittori esordienti che vede mia moglie parte della giuria e del gruppo che si è occupato delle grafiche del premio 2017.
Mi sono divertito a giocare con i pattern e buttare un occhio alla POP ART.
Magari se siete in zona, potete fare un salto alla serata di proclamazione a Milano, mercoledì 28 giugno alle 20:30, presso il Laboratorio Formentini per l'Editoria. Siete ufficialmente invitati a patto che non cerchiate di farvi offrire dei drink spacciandovi per dei miei conoscenti, il brindisi è offerto a tutti i partecipanti senza favoritismi, vediamo di non farci sempre riconoscere.
Per chi segue faccialibro qui la pagina del premio.
'cause everybody's a star
and if you don't think too far
you can define who you are through popular culture
Ho realizzato un paio di illustrazioni per questo premio letterario dedicato agli scrittori esordienti che vede mia moglie parte della giuria e del gruppo che si è occupato delle grafiche del premio 2017.
Mi sono divertito a giocare con i pattern e buttare un occhio alla POP ART.
Magari se siete in zona, potete fare un salto alla serata di proclamazione a Milano, mercoledì 28 giugno alle 20:30, presso il Laboratorio Formentini per l'Editoria. Siete ufficialmente invitati a patto che non cerchiate di farvi offrire dei drink spacciandovi per dei miei conoscenti, il brindisi è offerto a tutti i partecipanti senza favoritismi, vediamo di non farci sempre riconoscere.
Per chi segue faccialibro qui la pagina del premio.
'cause everybody's a star
and if you don't think too far
you can define who you are through popular culture
lunedì 5 giugno 2017
letture utili agli illustratori #2
Qui il primo post della serie. A questo giro segnalo alcuni saggi che sto studiando e rileggendo per il lavoro di storyboard di un nuovo albo illustrato: una narrazione sequenziale molto stretta composta di un'unica lunga sequenza.
Un manualone di oltre 700 pagine che raccoglie tutti e 3 gli splendidi saggi del fumettista e teorico del fumetto Scott McCloud Capire il fumetto, Fare il fumetto, Reinventare il fumetto. Una bibbia ricchissima di spunti per capire l'arte sequenziale. Quale migliore modo di spiegare il fumetto usando il fumetto?
In analogia col libro di McCloud, qui si spiega l'illustrazione usando l'illustrazione. Saggio visivo per comprendere le regole della composizione visiva e la loro applicazione in maniera pratica ed efficace. Tutto ruota intorno al nostro modo di vedere e percepire le immagini: in che modo e perché elementi strutturali di un disegno influenzano le nostre emozioni? Purtroppo disponibile solo in inglese e mai tradotto in Italia.
Altro libro teorico/pratico. Lee, partendo dal racconto della genesi dei suoi bellissimi 3 libri: Mirror, L'onda e Ombra, fa capire come funziona un album illustrato, il rapporto tra le immagini, la storia e il loro supporto fisico/cartaceo e come lei in questa trilogia abbia sfruttato e ampliato in maniera creativa i limiti del libro stesso.
Un manualone di oltre 700 pagine che raccoglie tutti e 3 gli splendidi saggi del fumettista e teorico del fumetto Scott McCloud Capire il fumetto, Fare il fumetto, Reinventare il fumetto. Una bibbia ricchissima di spunti per capire l'arte sequenziale. Quale migliore modo di spiegare il fumetto usando il fumetto?
Il libro del fumetto Scott McCloud, Pavesio
In analogia col libro di McCloud, qui si spiega l'illustrazione usando l'illustrazione. Saggio visivo per comprendere le regole della composizione visiva e la loro applicazione in maniera pratica ed efficace. Tutto ruota intorno al nostro modo di vedere e percepire le immagini: in che modo e perché elementi strutturali di un disegno influenzano le nostre emozioni? Purtroppo disponibile solo in inglese e mai tradotto in Italia.
Picture this: how pictures work, Molly Bang, Chronicle Books
Altro libro teorico/pratico. Lee, partendo dal racconto della genesi dei suoi bellissimi 3 libri: Mirror, L'onda e Ombra, fa capire come funziona un album illustrato, il rapporto tra le immagini, la storia e il loro supporto fisico/cartaceo e come lei in questa trilogia abbia sfruttato e ampliato in maniera creativa i limiti del libro stesso.
La trilogia del limite, Suzy Lee, Corraini
lunedì 15 maggio 2017
fai un SaLTO, fanne un altro
In programma una capatina al Salone del Libro di Torino. Nella giornata di sabato troverete me e Alessio Di Simone (autore del Mostro nell'armadio, Il mare chiuso, Primavere e Le luci alle finestre) a firmare dediche presso lo stand della VerbaVolant, presenteremo inoltre il nostro ultimo libro Le luci alle finestre in un laboratorio di collage all'interno dell'area BOOKSTOCK VILLAGE dedicata ai più piccoli.
30° SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO dal 18 al 22 maggio 2017
Torino Lingotto Fiere
sabato 20.05.2017 ore 16:45 Laboratorio Immagine 2, Bookstock Village
LE LUCI ALLE FINESTRE con Alessio Di Simone e Alessandro Di Sorbo
Un incredibile viaggio all'incontrario che vi farà toccare i cinque continenti senza muovervi dal Salone del Libro.
mercoledì 3 maggio 2017
di come e cosa scrivere agli art director
Questo è un periodo della mia vita di grossi cambiamenti, sto diventando una di quelle figure che nelle biografie vengono descritte con frasi del tipo vive tra Roma e Milano. Mi sono sempre chiesto come facessero queste persone a vivere a cavallo di posti anche ben più distanti geograficamente come vive tra Milano e Los Angeles, o ben più distanti culturalmente, rasentando a volte anche un po' l'involontario effetto comico, qualcosa del tipo vive tra Piedimonte Matese (CE) e New York. Insomma questa cosa io l'ho sempre bollata un po' come una posa, ma devo dire che in questo periodo (per carità spero molto breve) mi sto ricredendo sul fatto che sia una cosa plausibile, anche se sarebbe più corretto dire che vivo tra Roma, Treni ad Alta Velocità e Milano.
Ad ogni modo sto cercando di approfittare di questo periodo di rinnovamento per cercare di concretizzare maggiormente il mio lavoro nell'illustrazione. Quindi, dopo aver lustrato sito e portofoli online ho iniziato a scrivere un po' di email provando a puntare di più sull'illustrazione editoriale di magazine e giornali. Dopo essermi documentato e aver fatto ricerche ho deciso di condividere qui quelle che mi sono sembrate le dritte più utili insieme a una summa delle mie conclusioni, nel caso doveste decidere di fare lo stesso e provare a scrivere qualche email di autopromozione anche voi.
Do per scontato che se avete deciso di scrivergli sappiate cosa sia un art director, figura chiave e di raccordo tra l'editore e l'illustratore.
Detto questo, entrando nel vivo della questione un consiglio su tutti: Siate professionali!
I professionisti fanno ricerche, non mollano subito perché i contatti non sono facilissimi da trovare. Se non riuscite a trovare le email degli art director vuol dire che non ci state provando davvero. Qualche imbeccata spassionata: guardate per chi lavora chi ammirate, spulciate i loro siti, leggete le interviste, i loro social. Guardate chi sono i loro clienti e che tipo di lavori richiedono. Può sempre essere un grande spunto. Sfogliate le riviste, i giornali, i libri, osservate lo stile di illustrazione scelta e leggete i colophon.
Siate professionali nel modo di porvi, amichevoli va bene ma siate cortesi, educati e maturi nel ruolo. Se scrivete "ciaone", usate le emoticon o slang tipo "lol", sicuramente potrebbero chiedersi se si trovano di fronte a dei professionisti o degli studentelli imberbi. Inoltre a nessuno piace lavorare con persone che hanno un brutto atteggiamento, c'è una miriade di altri artisti con cui è possibile collaborare, l'arroganza o la maleducazione non sono mai un buon biglietto da visita.
Evitate errori grammaticali o di battitura che denotano fretta o poco interesse e ricordatevi di essere cordiali e salutare. I convenevoli si notano soprattutto quando non ci sono.
Gli art director sono persone impegnate che dedicheranno pochi minuti a ciò che gli scrivete quindi cercate di focalizzare l'attenzione. A quanto loro stessi consigliano lo strumento preferito è una email breve ed efficace:
. oggetto, uno qualunque di questi può essere adatto:
[Nome] Illustrazioni
Nuove Illustrazioni di [Nome]
Concept Art di [Nome]
Illustrazioni editoriali di [Nome]
le cose in comune sono: il vostro nome (facile da cercare negli archivi email) e il tipo di lavoro che proponente (illustrazione editoriale, concept art). Evitate inutili appellativi o superlativi altisonanti e autocelebrativi del tipo "incredibili nuove splendide illustrazioni da", "illustratore pluripremiato vincitore di". Evitate anche generici "in cerca di lavoro" o "disponibile", è ovvio che se scrivete siete in cerca di lavoro, inoltre fa sembrare un tantino disperati.
. poche righe di presentazione su chi siete cosa fate etc.
. dite perché state scrivendo a loro e perché ritenete il vostro lavoro adatto (niente email anonime che sembrano inviate a pioggia nella speranza che qualcuno vi risponda e soprattutto evitate di spedire la stessa email in copia, anche se nascosta, a più indirizzi)
. inserite 2/3 immagini efficaci a bassa risoluzione magari nel corpo stesso dell'email,
. inserite semplicemente un link a un vostro sito/portfolio che si possa spulciare in tranquillità e che sia consultabile facilmente. Niente allegati pesanti o da scaricare entro data di scadenza (verranno probabilmente ignorati). Inoltre a meno che le vostre illustrazioni non li avranno folgorati, non avranno la pazienza di aspettare tempi biblici d'attesa per caricare immagini in altissima risoluzione o navigare tra mille link per vedere poche immagini. Insomma la parola chiave è fruibilità.
. ricordatevi di mettere ben in evidenza i vostri contatti email, numero di telefono etc.
. ringraziate e salutate.
Siete sempre autorizzati a riscrivere ogni volta che avete del materiale nuovo o che ritenete interessante, ovviamente nei limiti della correttezza e senza sforare nello stalking, diciamo a intervalli politicamente accettati di 2/3 mesi e inviando almeno 3/4 nuovi lavori.
Vi consiglio come è stato consigliato a me, di non guardare solo nei paraggi ma di allargare l'orizzonte, nell'era digitale è possibile collaborare con riviste dall'altro lato del pianeta distanti diversi fusorari, insomma pensate globalmente.
Chiudo segnalandovi, se per voi non è un problema l'inglese, uno dei siti più interessanti in cui sono incappato Dear AD un vero nugolo di consigli spassionati, un blog in cui un gruppo di art director anonimi rispondono a ogni domanda vorrete sottoporgli, pronti a raccontare/lamentarsi in maniera sincera senza badare al politically (in)correct e senza peli sulla lingua.
lunedì 24 aprile 2017
Salviamoci
Qui e là ho già parlato del mio amore per la musica indipendente, i progetti utopistici e le chimere, e di come mi sono ritrovato a illustrare la copertina di un disco di uno dei miei artisti italiani indipendenti preferiti: Shiva Bakta. La copertina ha avuto le sue soddisfazioni, in qualche recensione è stata addirittura osannata (è stato persino citato qualche volta il "bravissimo artista" che l'ha realizzata) ma soprattutto Shiva Bakta è rimasto così contento che alla fine abbiamo stretto un patto: se lui avesse fatto un altro disco io ne avrei curato la copertina.
Ora da un lato è sempre lusinghiero ricevere conferme del proprio lavoro come una reazione sincera ed entusiasta di chi ti ha commissionato l'opera. D'altro canto le cose cambiano, le situazioni cambiano e anche gli illustratori cambiano. Un primo risultato positivo ti vincola e manda in paranoia sui successivi lavori, in particolare sul secondo: riuscirò a fare un qualcosa all'altezza del precedente? Riuscirò ad essere all'altezza di me stesso e soprattutto all'altezza delle aspettative? E se la prima volta fosse stata semplice fortuna? Nient'altro che una congiunzione di fattori? L'immagine giusta al momento giusto per la persona giusta?
Ad ogni modo Shiva Bakta ha fatto la sua parte e dopo circa 3 anni sta per sfornare un nuovo disco, ovviamente diverso, ovviamente bello come il precedente o forse anche di più. Così ho dovuto mantenere la promessa e realizzarne la copertina, ovviamente diversa, ovviamente sperando che fosse bella come la precedente o forse anche di più.
Ho fatto penare ed aspettare per molti mesi il povero cantante, senza mai mostrargli neanche un bozzetto o uno stralcio di idea di cosa volevo fare. Ha potuto vederla solo a lavoro concluso. Spero ne sia valsa la pena e che la copertina vesta con pari dignità il bellissimo nuovo disco di Shiva Bakta, Save Me. Chissà, magari facciamo un patto per un terzo disco insieme!
Mi esalta sempre fare le copertine dei dischi, per certi versi è un lavoro diverso dal fare le copertine dei libri. Sei più libero, puoi giocarti un approccio più poetico e visivo meno legato al significato, spesso scherzo dicendo che è possibile avere un approccio più artistoide.
Ho lavorato in maniera abbastanza materica in uno stile volutamente artigianale che è quello che vedevo più adatto al carattere del disco. È una copertina meno ironica del disco precedente e forse per questo più pregna di significato e potente, a posteriori mi sono reso conto che in qualche modo ho voluto rappresentare la caducità delle cose, la delicatezza e la precarietà di ogni essere vivente e magari proprio in questo si lega al titolo dell'album: tutti abbiamo bisogno di essere salvati in un modo o nell'altro.
Ora da un lato è sempre lusinghiero ricevere conferme del proprio lavoro come una reazione sincera ed entusiasta di chi ti ha commissionato l'opera. D'altro canto le cose cambiano, le situazioni cambiano e anche gli illustratori cambiano. Un primo risultato positivo ti vincola e manda in paranoia sui successivi lavori, in particolare sul secondo: riuscirò a fare un qualcosa all'altezza del precedente? Riuscirò ad essere all'altezza di me stesso e soprattutto all'altezza delle aspettative? E se la prima volta fosse stata semplice fortuna? Nient'altro che una congiunzione di fattori? L'immagine giusta al momento giusto per la persona giusta?
Ad ogni modo Shiva Bakta ha fatto la sua parte e dopo circa 3 anni sta per sfornare un nuovo disco, ovviamente diverso, ovviamente bello come il precedente o forse anche di più. Così ho dovuto mantenere la promessa e realizzarne la copertina, ovviamente diversa, ovviamente sperando che fosse bella come la precedente o forse anche di più.
Ho fatto penare ed aspettare per molti mesi il povero cantante, senza mai mostrargli neanche un bozzetto o uno stralcio di idea di cosa volevo fare. Ha potuto vederla solo a lavoro concluso. Spero ne sia valsa la pena e che la copertina vesta con pari dignità il bellissimo nuovo disco di Shiva Bakta, Save Me. Chissà, magari facciamo un patto per un terzo disco insieme!
Mi esalta sempre fare le copertine dei dischi, per certi versi è un lavoro diverso dal fare le copertine dei libri. Sei più libero, puoi giocarti un approccio più poetico e visivo meno legato al significato, spesso scherzo dicendo che è possibile avere un approccio più artistoide.
Ho lavorato in maniera abbastanza materica in uno stile volutamente artigianale che è quello che vedevo più adatto al carattere del disco. È una copertina meno ironica del disco precedente e forse per questo più pregna di significato e potente, a posteriori mi sono reso conto che in qualche modo ho voluto rappresentare la caducità delle cose, la delicatezza e la precarietà di ogni essere vivente e magari proprio in questo si lega al titolo dell'album: tutti abbiamo bisogno di essere salvati in un modo o nell'altro.
venerdì 21 aprile 2017
qui si fa la storia
La biancaevolta lancia una nuova collana di romanzi storici. L'editrice, inizialmente intenzionata ad affidarla a una matita diversa da quella dei Melograni che curo, dopo aver vagliato un po' di proposte per la veste grafica di collana, mi ha chiesto se volessi avanzare una proposta anch'io. Nonostante non sia un grande lettore di questo tipo di romanzi, ho voluto cimentarmi, lei è rimasta "folgorata" dicendo che ero riuscito a cogliere il carattere che cercava e così mi ritrovo a vestire i libri anche di questa nuova collana.
Oggi va in stampa il primo della serie Il gigante dal cuore di panna di Francesco Sturaro, che sarà presentato in anteprima a fine aprile.
Per il progetto grafico della collana, ovviamente volevo che i libri avessero un carattere storico, magari una punta di seriosità, ma senza sembrare troppo datati o delle pubblicazioni troppo settoriali o scolastiche, erano pur sempre dei romanzi.
In linea generale ho deciso di ispirarmi agli esperimenti tipografici degli anni '20 (cito il libro imbullonato di Depero come esempio supremo), cercando di fondere il tutto con la fotografia sperimentale delle avanguardie e il collage.
L'idea di fondo è che ogni copertina sia basata su un'immagine/oggetto semplice, composta in gran parte da testo e ritagli di immagini. Ho deciso che era efficace e moderno inserire il testo di quarta direttamente in copertina, come un gancio che richiamasse l'idea di un libro non troppo leggero o facile. La gabbia è ovviamente molto libera e i titoli di volta in volta contribuiscono a interagire e a creare le forme. Per donare coerenza ho scelto di usare un'unica font con il giusto equilibrio tra eleganza, austerità e modernità: il celebre Bodoni, declinato però di volta in volta in vari pesi (grassetto, grassetto pesante, corsivo etc.) in modo da permettere la giusta varietà.
Per il fondo abbiamo scelto una gamma di colori chiarissimi al limite del bianco, che valorizzasse la carta scelta per la brossura e evocasse in qualche modo le copertine vissute delle riviste d'avanguardia.
I due grossi dubbi dell'editore dopo l'entusiasmo iniziale erano che i titoli potessero risultare poco leggibili e l'horror vacui della quarta: se la quarta va in copertina... in quarta cosa ci mettiamo?
Per i titoli alla fine abbiamo scelto di non sottovalutare i lettori e osare. Sicuramente possono risultare meno leggibili ma l'obiettivo era ricercare un carattere di collana forte e distintivo che si allontanasse il più possibile dal titolone a lettere chiare e cubitali, spesso un po' dozzinale e tipico dei libri che ritrovi nei supermercati o all'autogrill. Inoltre sono convinto che le persone di oggi siano avvezze a sperimentazioni grafiche ben più ardite di quelle d'inizio secolo scorso...
Per la quarta ci è venuta in soccorso invece quel geniaccio di mia moglie (molto più ferrata di me sulle questioni editoriali). A mio giudizio una quarta vuota ti spiazza, ti costringe a riguardare la copertina con maggiore attenzione e magari notare e leggere il testo che a primo colpo d'occhio può sfuggire... inserendo qualcosa tipo un estratto o un testo lungo sul retro, può passare inosservato il testo di quarta in copertina. Così mia moglie ha proposto dal momento che è una collana a carattere storico perché non piazzare in quarta un elemento tanto in voga nei libri d'epoca e ora un po' dimenticato: un Ex libris di volta in volta diverso? Può donare un alone storico al libro, e si può usare un'immagine significativa di volta in volta legata ai personaggi o al carattere della storia, inserire una frase caratterizzante come motto e delle date che ne inquadrino il periodo storico.
Insomma questo è un piccolo scorcio di quello che c'è dietro questa copertina, la prima spero di una lunghissima serie.
Oggi va in stampa il primo della serie Il gigante dal cuore di panna di Francesco Sturaro, che sarà presentato in anteprima a fine aprile.
Per il progetto grafico della collana, ovviamente volevo che i libri avessero un carattere storico, magari una punta di seriosità, ma senza sembrare troppo datati o delle pubblicazioni troppo settoriali o scolastiche, erano pur sempre dei romanzi.
In linea generale ho deciso di ispirarmi agli esperimenti tipografici degli anni '20 (cito il libro imbullonato di Depero come esempio supremo), cercando di fondere il tutto con la fotografia sperimentale delle avanguardie e il collage.
L'idea di fondo è che ogni copertina sia basata su un'immagine/oggetto semplice, composta in gran parte da testo e ritagli di immagini. Ho deciso che era efficace e moderno inserire il testo di quarta direttamente in copertina, come un gancio che richiamasse l'idea di un libro non troppo leggero o facile. La gabbia è ovviamente molto libera e i titoli di volta in volta contribuiscono a interagire e a creare le forme. Per donare coerenza ho scelto di usare un'unica font con il giusto equilibrio tra eleganza, austerità e modernità: il celebre Bodoni, declinato però di volta in volta in vari pesi (grassetto, grassetto pesante, corsivo etc.) in modo da permettere la giusta varietà.
Per il fondo abbiamo scelto una gamma di colori chiarissimi al limite del bianco, che valorizzasse la carta scelta per la brossura e evocasse in qualche modo le copertine vissute delle riviste d'avanguardia.
I due grossi dubbi dell'editore dopo l'entusiasmo iniziale erano che i titoli potessero risultare poco leggibili e l'horror vacui della quarta: se la quarta va in copertina... in quarta cosa ci mettiamo?
Per i titoli alla fine abbiamo scelto di non sottovalutare i lettori e osare. Sicuramente possono risultare meno leggibili ma l'obiettivo era ricercare un carattere di collana forte e distintivo che si allontanasse il più possibile dal titolone a lettere chiare e cubitali, spesso un po' dozzinale e tipico dei libri che ritrovi nei supermercati o all'autogrill. Inoltre sono convinto che le persone di oggi siano avvezze a sperimentazioni grafiche ben più ardite di quelle d'inizio secolo scorso...
Per la quarta ci è venuta in soccorso invece quel geniaccio di mia moglie (molto più ferrata di me sulle questioni editoriali). A mio giudizio una quarta vuota ti spiazza, ti costringe a riguardare la copertina con maggiore attenzione e magari notare e leggere il testo che a primo colpo d'occhio può sfuggire... inserendo qualcosa tipo un estratto o un testo lungo sul retro, può passare inosservato il testo di quarta in copertina. Così mia moglie ha proposto dal momento che è una collana a carattere storico perché non piazzare in quarta un elemento tanto in voga nei libri d'epoca e ora un po' dimenticato: un Ex libris di volta in volta diverso? Può donare un alone storico al libro, e si può usare un'immagine significativa di volta in volta legata ai personaggi o al carattere della storia, inserire una frase caratterizzante come motto e delle date che ne inquadrino il periodo storico.
Insomma questo è un piccolo scorcio di quello che c'è dietro questa copertina, la prima spero di una lunghissima serie.
lunedì 20 marzo 2017
Orgoglio libro
- che diceee: che fai alla fiera dell'editoria indipendente di Roma ci vai e a quello di Milano no?
- così dico: quest'anno guarda che invece ci vado!
- ma diceee: sei razzista con la gente del nord? cos'hai contro Milano, eh?
- no, dico: ma guarda che t'ho detto che ci vado!
- allora dice diceee: NO, ADESSO dici che ci vai perché t'hanno accusato, per smentire le brutte voci e le accuse di campanilismo!
- guarda, dico: ma se sono sempre andato a Torino, ma quale campanilismo?
- dice diceee: seee lo so, è la vecchia diatriba Roma-Milano capitale ufficiale-capitale morale...
- dico e la chiudo qua: se vabbè ciao eh, ci vediamo a Milano alla fiera dell'Orgoglio Libro.
Quest'anno faccio un salto alla nuova fiera nazionale dell'editoria indipendente di Milano, alla sua terza edizione. Troverete i miei libri in giro per la fiera e se siete fortunati anche me presso lo stand della VerbaVolant a fare disegnini e dediche.
Book Pride Milano dal 24 al 26 marzo 2017
Base Milano, via Bergognone 34
- così dico: quest'anno guarda che invece ci vado!
- ma diceee: sei razzista con la gente del nord? cos'hai contro Milano, eh?
- no, dico: ma guarda che t'ho detto che ci vado!
- allora dice diceee: NO, ADESSO dici che ci vai perché t'hanno accusato, per smentire le brutte voci e le accuse di campanilismo!
- guarda, dico: ma se sono sempre andato a Torino, ma quale campanilismo?
- dice diceee: seee lo so, è la vecchia diatriba Roma-Milano capitale ufficiale-capitale morale...
- dico e la chiudo qua: se vabbè ciao eh, ci vediamo a Milano alla fiera dell'Orgoglio Libro.
Quest'anno faccio un salto alla nuova fiera nazionale dell'editoria indipendente di Milano, alla sua terza edizione. Troverete i miei libri in giro per la fiera e se siete fortunati anche me presso lo stand della VerbaVolant a fare disegnini e dediche.
Book Pride Milano dal 24 al 26 marzo 2017
Base Milano, via Bergognone 34
martedì 21 febbraio 2017
datemi un portfolio che si aggiorni da solo
Questa volta per le pulizie di primavera sono in anticipo, o in ritardo di quasi un anno... comunque non in tempo.
Il mondo dell'illustrazione diventa sempre più virtuale e bisogna cercare di stare al passo con i tempi. Io so di essere un vecchio del villaggio digitale e mi tengo sempre al margine del fuorimoda. Come ho già detto da qualche parte non amo particolarmente il lavoro di self-promotion e, tra i tanti impegni che questo richiede, l'onere gravoso e psicologicamente sfiancante di riaggiornare il portfolio. Ad ogni modo pare sia un impegno ineluttabile e bisogna farci il callo.
A questo giro, grazie come sempre alla pazienza della mia dolce metà che fa di tutto per cercare di rendermi meno anti-social, abbiamo ridato una lucidata al sito aggiornandolo con i nuovi lavori, spazzato e ripulito un po' questo blog risistemando la parte relativa a link e canali social.
Ho poi risistemato il mio portfolio online su Behance e studiato per cercare di centralizzare e velocizzare questo lavorio/logorio della mia vita da illustratore sul web.
Mi sono così imbattuto in questa interessante app, disponibile per iOS e Android, che i tipi di Behance offrono insieme all'app del portale, pensata appositamente per raccogliere e mostrare a eventuali clienti il proprio lavoro su tablet o smartphone e creare un portfolio digitale in pochi, velocissimi passi.
Una volta sincronizzata con il proprio account è possibile selezionare il modo in cui presentare il lavoro in un'interfaccia pulita e senza fronzoli
decidere quali dei lavori mostrare e in che ordine
e navigare facilmente il portfolio
e cosa migliore di tutte è che funziona anche offline! Quindi niente patemi perché il vostro tablet non riesce a connettersi nel bunker dove state tenendo il colloquio, facendo venire un esaurimento nervoso a voi e al vostro cliente.
ps. Ho anche scovato questo plugin per Wordpress, Behance Portfolio Manager, che promette di sincronizzare il vosto sito con la vostra pagina Behance, in modo da aggiornarlo in tempo reale e in automatico. Ma confesso che ora ero troppo stanco per approfondire e esplorare questa strada... se qualcuno degli sparuti lettori di questo spazio ci prova può farmi sapere com'è, così magari ci ritorno su la prossima volta che dovrò aggiornare il sito.
pps. Infine per i più pigri segnalo anche behance2pdf soluzione facile e gratuita per esportare l'intero portfolio Behance direttamente in file pdf. Forse la grafica non è il massimo, ma se non avete voglia di sbattervi troppo, e credetemi se vi capisco, può essere un'alternativa superveloce per stampare un portfolio al volo.
Il mondo dell'illustrazione diventa sempre più virtuale e bisogna cercare di stare al passo con i tempi. Io so di essere un vecchio del villaggio digitale e mi tengo sempre al margine del fuorimoda. Come ho già detto da qualche parte non amo particolarmente il lavoro di self-promotion e, tra i tanti impegni che questo richiede, l'onere gravoso e psicologicamente sfiancante di riaggiornare il portfolio. Ad ogni modo pare sia un impegno ineluttabile e bisogna farci il callo.
A questo giro, grazie come sempre alla pazienza della mia dolce metà che fa di tutto per cercare di rendermi meno anti-social, abbiamo ridato una lucidata al sito aggiornandolo con i nuovi lavori, spazzato e ripulito un po' questo blog risistemando la parte relativa a link e canali social.
Ho poi risistemato il mio portfolio online su Behance e studiato per cercare di centralizzare e velocizzare questo lavorio/logorio della mia vita da illustratore sul web.
Mi sono così imbattuto in questa interessante app, disponibile per iOS e Android, che i tipi di Behance offrono insieme all'app del portale, pensata appositamente per raccogliere e mostrare a eventuali clienti il proprio lavoro su tablet o smartphone e creare un portfolio digitale in pochi, velocissimi passi.
Una volta sincronizzata con il proprio account è possibile selezionare il modo in cui presentare il lavoro in un'interfaccia pulita e senza fronzoli
decidere quali dei lavori mostrare e in che ordine
e navigare facilmente il portfolio
e cosa migliore di tutte è che funziona anche offline! Quindi niente patemi perché il vostro tablet non riesce a connettersi nel bunker dove state tenendo il colloquio, facendo venire un esaurimento nervoso a voi e al vostro cliente.
ps. Ho anche scovato questo plugin per Wordpress, Behance Portfolio Manager, che promette di sincronizzare il vosto sito con la vostra pagina Behance, in modo da aggiornarlo in tempo reale e in automatico. Ma confesso che ora ero troppo stanco per approfondire e esplorare questa strada... se qualcuno degli sparuti lettori di questo spazio ci prova può farmi sapere com'è, così magari ci ritorno su la prossima volta che dovrò aggiornare il sito.
pps. Infine per i più pigri segnalo anche behance2pdf soluzione facile e gratuita per esportare l'intero portfolio Behance direttamente in file pdf. Forse la grafica non è il massimo, ma se non avete voglia di sbattervi troppo, e credetemi se vi capisco, può essere un'alternativa superveloce per stampare un portfolio al volo.
lunedì 13 febbraio 2017
tornare tra i banchi di scuola
Negli ultimi mesi ho realizzato una sfilza di illustrazioni per il settore della scolastica. È un settore che non avevo mai preso troppo in considerazione, per cui pensavo ci fosse bisogno di un'illustrazione più infiorettata o magari più scientifica, e devo dire di essere rimasto un po' spiazzato quando mi hanno proposto il lavoro.
La Zanichelli ha scovato e selezionato il mio portfolio e chiesto di realizzare dei provini per le illustrazioni di un'antologia di scuola media inferiore. I provini sono piaciuti molto e hanno pensato a me per illustrare l'unità dedicata alla poesia, scelta che non potevo non gradire.
Il lavoro sarebbe stato da svolgersi con tempi incalzanti e a scadenze scaglionate ma non mi si richiedeva né più né meno di quello che faccio di solito, un lavoro coerente con il mio stile che a detta loro era piaciuto molto. Ho accettato di mettermi in gioco un po' timoroso, sia sull'approccio da seguire sia sulle mie tempistiche che, come dice il nome stesso di questo blog, in genere non sono mai velocissime.
Dopo un po' mi hanno chiesto di realizzare anche dei lavori di collage, un qualcosa più basato sulle foto di volta in volta selezionate da me o dai ricercatori iconografici dai grandi archivi di immagini digitali come Shutterstock, iStock etc. E infine, dopo un po', mi hanno anche chiesto se ero interessato a fare un provino per una delle copertine dei volumi dell'antologia. In piena tensione agonistica ho accettato anche questo, in fondo la copertina era pur sempre un bell'attestato di stima.
È stato piuttosto divertente anche se faticoso, a volte ho dovuto dedicarmici a tempo pieno visto che i tempi si sono ristretti rispetto alle previsioni e il materiale da illustrare sembrava crescere di volta in volta. All'inizio non sapevo bene come approcciare un lavoro di questo tipo ma in fondo me la sono cavata con un approccio molto meno pensato del solito, più intuitivo e libero, che mi permettesse di essere veloce senza troppi patemi insomma.
Banalmente il lavoro si svolgeva così: mi veniva fornito l'impaginato con evidenziato lo spazio da riempire con le illustrazioni, in genere spazi ristretti o ritagli all'interno della pagina, e bisognava lavorare un po' di fantasia per cercare di adattare l'idea all'area disponibile, cercando di fare di necessità virtù. Ad eccezione della copertina i miei bozzetti sono stati quasi sempre accettati alla prima sottomissione. Per la copertina il discorso è stato più delicato, l'idea che ho proposto è subito piaciuta ma ci siamo palleggiati i bozzetti quattro o cinque volte limando di volta in volta il lavoro. Ovviamente me lo aspettavo, la copertina è pur sempre un tema sensibile.
Metto qui una piccola selezione delle oltre 60 illustrazioni che ho realizzato per loro in poco più di 3 mesi.
E l'illustrazione di copertina.
La Zanichelli ha scovato e selezionato il mio portfolio e chiesto di realizzare dei provini per le illustrazioni di un'antologia di scuola media inferiore. I provini sono piaciuti molto e hanno pensato a me per illustrare l'unità dedicata alla poesia, scelta che non potevo non gradire.
Il lavoro sarebbe stato da svolgersi con tempi incalzanti e a scadenze scaglionate ma non mi si richiedeva né più né meno di quello che faccio di solito, un lavoro coerente con il mio stile che a detta loro era piaciuto molto. Ho accettato di mettermi in gioco un po' timoroso, sia sull'approccio da seguire sia sulle mie tempistiche che, come dice il nome stesso di questo blog, in genere non sono mai velocissime.
Dopo un po' mi hanno chiesto di realizzare anche dei lavori di collage, un qualcosa più basato sulle foto di volta in volta selezionate da me o dai ricercatori iconografici dai grandi archivi di immagini digitali come Shutterstock, iStock etc. E infine, dopo un po', mi hanno anche chiesto se ero interessato a fare un provino per una delle copertine dei volumi dell'antologia. In piena tensione agonistica ho accettato anche questo, in fondo la copertina era pur sempre un bell'attestato di stima.
È stato piuttosto divertente anche se faticoso, a volte ho dovuto dedicarmici a tempo pieno visto che i tempi si sono ristretti rispetto alle previsioni e il materiale da illustrare sembrava crescere di volta in volta. All'inizio non sapevo bene come approcciare un lavoro di questo tipo ma in fondo me la sono cavata con un approccio molto meno pensato del solito, più intuitivo e libero, che mi permettesse di essere veloce senza troppi patemi insomma.
Banalmente il lavoro si svolgeva così: mi veniva fornito l'impaginato con evidenziato lo spazio da riempire con le illustrazioni, in genere spazi ristretti o ritagli all'interno della pagina, e bisognava lavorare un po' di fantasia per cercare di adattare l'idea all'area disponibile, cercando di fare di necessità virtù. Ad eccezione della copertina i miei bozzetti sono stati quasi sempre accettati alla prima sottomissione. Per la copertina il discorso è stato più delicato, l'idea che ho proposto è subito piaciuta ma ci siamo palleggiati i bozzetti quattro o cinque volte limando di volta in volta il lavoro. Ovviamente me lo aspettavo, la copertina è pur sempre un tema sensibile.
Metto qui una piccola selezione delle oltre 60 illustrazioni che ho realizzato per loro in poco più di 3 mesi.
E l'illustrazione di copertina.
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